Nonostante l’oro abbia perso il 10% negli ultimi 12 mesi, e le previsioni sono al ribasso a causa del rafforzamento del dollaro, la situazione non è negativa per tutte le società. Ecco i 7 titoli auriferi che gli analisti di Morgan Stanley consigliano di tenere d’occhio.

1) Newmont Mining. Società americana fondata nel 1916 la Newmont è uno dei più importanti produttori di oro al mondo e possiede miniere in Nevada, Australia, Nuova Zelanda, Perù e Ghana. Nel 2014 ha prodotto 4,85 milioni di once d’oro e nel 2015 è atteso un range compreso fra 4,6 e 4,9 milioni. Il titolo, che capitalizza 13 miliardi di dollari, tratta 19,7 volte l’utile 2015 e 20,8 quello del 2016. Il roe, superiore alla media, scende dal 6,2% del 2015 al 5,5% del 2016. Il rating è neutrale, con target 25 dollari, del 3% inferiore alle quotazioni attuali. Nello scenario ottimista è stato fissato a 31 dollari (+20%). Negli ultimi 12 mesi ha reso (total return) il 10,4%.

2) New Gold. Società mineraria che estrae oro, argento e rame, nel 2015 è previsto un aumento della produzione di oro da 380 a 390-430 mila once di oro. Il prezzo obiettivo di 6,20 dollari è superiore alle quotazioni attuali del 67% e nello scenario più ottimista arriva a 9,40 dollari (+153%). Il titolo, che capitalizza 1,9 miliardi di dollari, viene scambiato 29,7 volte l’utile 2015 e 19,3 quello del 2016, mentre il p/bv è inferiore all’unità (0,8). Il roe sale dal 2,7 al 4%. Negli ultimi 12 mesi il total return è -40%.

3) Goldcorp. Compagnia canadese con oltre 16 mila dipendenti in tutto il mondo Goldcorp capitalizza 17,9 miliardi di dollari. Nel 2015 i costi dovrebbero scendere secondo la società nel range 875-950 dollari l’oncia. Il giudizio sul titolo, che tratta 44,4 volte l’utile 2015 e 26,3 quello del 2016, è neutrale (equalweight) con target 26,50 dollari (+25% dalle quotazioni attuali), che arriva a 79 dollari nello scenario più ottimista. Il roe (redditività del capitale) sale dal 2,3 al 3,9%. Il dividend yield in entrambi gli esercizi è del 2,8%. Negli ultimi 12 mesi ha realizzato a Wall Street un total return (performance+rendimento della cedola) negativo (-21%).

4) Barrick Gold. È la più grande società produttrice di oro al mondo e il suo quartier generale si trova a Toronto. Nel 2015 la società attende una produzione compresa fra 6,2 e 6,6 milioni di once, da 6,24 milioni del 2014 mentre i costi, che sono scesi lo scorso anno, dovrebbero risalire o restare allo stesso livello. A causa delle deboli prospettive gli analisti hanno fissato un prezzo obiettivo del titolo, che capitalizza 14,9 miliardi, intorno a 13,50 dollari, solo del 6% superiore alle quotazioni attuali. Nell’ipotesi bullish è invece 20,75 dollari (+63%). Il p/e sale da 40 nel 2015 a 66,4 nel 2016, mentre il p/bv è 1,4. Il roe cala dal 3,6% al 2,1%. Il rendimento della cedola è sia nel 2015 che nel 2016 dell’1,6%. Negli ultimi 12 mesi ha registrato un total return negativo (-37,8%).

5) Franco-Nevada. Anch’essa con sede a Toronto la Franco-Nevada è una società focalizzata sull’oro ma con interessi anche nel platino e in altre risorse di base. Il portafoglio diversificato di asset è localizzato prevalentemente nel Nord America. Il titolo, che capitalizza 7,9 miliardi di dollari, merita un prezzo obiettivo di 61 dollari (+16%) con giudizio positivo (overweight). Nell’ipotesi bullish arriva a 76 dollari (+45%). A Wall Street viene scambiato intorno a 71 volte l’utile e 2 volte il valore di libro 2016, mentre il roe è del 3%. Infine il rendimento della cedola è 1,5%.

6) Agnico Eagles Mines Limited. Compagnia canadese operante in Canada, Finlandia e Messico nel 2014 ha visto la sua produzione salire del 30%. Il rating sul titolo, che capitalizza 7 miliardi di dollari, è overweight con target 38,50 dollari (+20%), che nello scenario ottimista sale a 56,25 dollari (+70%). Il p/e passa da 185,3 a 104,3 nel 2016, mentre il p/bv è 1,7. In miglioramento la redditività (roe) dallo 0,9 all’1,6%. Il total return a 12 mesi è -0,2%

7) Kinross Gold. È una delle 7 più importanti società aurifere e, nonostante i risultati del quarto trimestre abbiano deluso le attese, gli analisti ritengono che il potenziale di miglioramento dei conti sia notevole. Il titolo, che capitalizza 3,2 miliardi di dollari, tratta 0,7 volte il valore di libro, mentre il roe da negativo dovrebbe diventare leggermente positivo quest’anno. Il total return negli ultimi 12 mesi è -47%.

[Fonte: milanofinanza.it]

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